E’ noto come nel diritto processuale anglosassone il Lord Chief Justice sia al vertice della magistratura e svolga la funzione di Presidente dei Tribunali di Inghilterra e del Galles.
Il 2 ottobre 2017 la funzione di Lord Chief Justice è stata assunta da Lord Burnett di Maldon.
Con un comunicato licenziato in data 11 maggio 2020, che si riporta in calce a questo breve commento, Lord Burnett ha chiarito come l’emergenza pandemica, dopo aver determinato una sospensione di tutti i processi a partire dal 23 marzo 2020, non possa fermare definitivamente l’esercizio della giurisdizione.
In particolare Lord Burnett ha reso noto come a partire dal 18 maggio 2020, gradualmente, i processi penali con giuria debbano tornare a esser nuovamente celebrati in aula, pur nel rispetto del necessario distanziamento sociale, seguendo le raccomandazioni contenute nelle linee guida diffuse dal Public Health England e dal Public Health Wales.
Lord Burnett ha altresì previsto che gli edifici giudiziari ove verranno celebrate le udienze dovranno essere attentamente valutati per garantire la sicurezza di tutti i partecipanti.
L’unico riferimento all’utilizzo di dispositivi di trasmissione da remoto è contenuto nella parte del comunicato relativo alla partecipazione all’udienza da parte del pubblico e di giornalisti, che dovranno essere accolti in una seconda aula giudiziaria, collegata con un televisore a circuito chiuso.
In sostanza, si legge nel comunicato, i processi saranno celebrati con 12 giurati e con le stesse modalità che caratterizzavano la fase precedente all’emergenza sanitaria («The trials will be conducted under the same legal standards and procedures as before the COVID-19 emergency»).
In un Paese come l’Italia, nel quale l’esercizio della giurisdizione è incrollabilmente fermo da mesi, nel quale i vertici della magistratura associata declinano come «incomprensibilmente obbligatoria la presenza negli uffici anche di giudici che potrebbero svolgere udienze da remoto»[1], quelle parole d’oltre Manica, scelte con la nettezza epigrammatica inglese, hanno un suono singolare.
Esse ci consegnano senza troppe cortesie l’immagine di una cultura della giurisdizione profondamente diversa dalla nostra, riepilogata nella parte finale del comunicato: «il servizio di giuria è una parte essenziale della giustizia penale e i giurati svolgono un dovere vitale» («Jury service is an essential part of criminal justice and jurors perform a vital duty»).
Et de hoc satis.
https://www.judiciary.uk/announcements/jury-trials-to-resume-this-month/?fbclid=IwAR0qo1StkTGwR2XqG2w1flV0kzC3aKGVIHX2JoiN1ObjBtPJNc2Bl4-D7qw
[1] Cfr. comunicato A.N.M. dell’8 maggio 2020, in https://www.associazionemagistrati.it/doc/3329/accesso-ai-registri-test-sierologici-wi-fi-igienizzazioni-le-misure-per-la-fase-2.htm
Inghilterra: il comunicato del Lord Chief Justice sulla celebrazione dei processi con giuria
E’ noto come nel diritto processuale anglosassone il Lord Chief Justice sia al vertice della magistratura e svolga la funzione di Presidente dei Tribunali di Inghilterra e del Galles.
Il 2 ottobre 2017 la funzione di Lord Chief Justice è stata assunta da Lord Burnett di Maldon.
Con un comunicato licenziato in data 11 maggio 2020, che si riporta in calce a questo breve commento, Lord Burnett ha chiarito come l’emergenza pandemica, dopo aver determinato una sospensione di tutti i processi a partire dal 23 marzo 2020, non possa fermare definitivamente l’esercizio della giurisdizione.
In particolare Lord Burnett ha reso noto come a partire dal 18 maggio 2020, gradualmente, i processi penali con giuria debbano tornare a esser nuovamente celebrati in aula, pur nel rispetto del necessario distanziamento sociale, seguendo le raccomandazioni contenute nelle linee guida diffuse dal Public Health England e dal Public Health Wales.
Lord Burnett ha altresì previsto che gli edifici giudiziari ove verranno celebrate le udienze dovranno essere attentamente valutati per garantire la sicurezza di tutti i partecipanti.
L’unico riferimento all’utilizzo di dispositivi di trasmissione da remoto è contenuto nella parte del comunicato relativo alla partecipazione all’udienza da parte del pubblico e di giornalisti, che dovranno essere accolti in una seconda aula giudiziaria, collegata con un televisore a circuito chiuso.
In sostanza, si legge nel comunicato, i processi saranno celebrati con 12 giurati e con le stesse modalità che caratterizzavano la fase precedente all’emergenza sanitaria («The trials will be conducted under the same legal standards and procedures as before the COVID-19 emergency»).
In un Paese come l’Italia, nel quale l’esercizio della giurisdizione è incrollabilmente fermo da mesi, nel quale i vertici della magistratura associata declinano come «incomprensibilmente obbligatoria la presenza negli uffici anche di giudici che potrebbero svolgere udienze da remoto»[1], quelle parole d’oltre Manica, scelte con la nettezza epigrammatica inglese, hanno un suono singolare.
Esse ci consegnano senza troppe cortesie l’immagine di una cultura della giurisdizione profondamente diversa dalla nostra, riepilogata nella parte finale del comunicato: «il servizio di giuria è una parte essenziale della giustizia penale e i giurati svolgono un dovere vitale» («Jury service is an essential part of criminal justice and jurors perform a vital duty»).
Et de hoc satis.
https://www.judiciary.uk/announcements/jury-trials-to-resume-this-month/?fbclid=IwAR0qo1StkTGwR2XqG2w1flV0kzC3aKGVIHX2JoiN1ObjBtPJNc2Bl4-D7qw
[1] Cfr. comunicato A.N.M. dell’8 maggio 2020, in https://www.associazionemagistrati.it/doc/3329/accesso-ai-registri-test-sierologici-wi-fi-igienizzazioni-le-misure-per-la-fase-2.htm
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La Consulta si pronuncia sulla incompatibilità del G.i.p. a pronunciarsi sulla nuova richiesta di decreto penale di condanna: inammissibili le q.l.c.
Sospensione della pena e non menzione della condanna nel casellario: illegittimità costituzionale parziale.
Foglio di via del Questore: per la Consulta non è necessaria la convalida del giudice.
La Consulta sull’obbligo di testimoniare del prossimo congiunto dell’imputato che sia persona offesa dal reato.
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