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Sicurezza di destra

La sicurezza dei consociati è la promessa fondamentale della modernità e nello stato sociale di diritto, prefigurato dalla Costituzione repubblicana, si connota in egual misura per profili di derivazione liberale e solidaristica.

Il governo della sicurezza non può ridursi alla soddisfazione della pur basilare esigenza di protezione dalla criminalità, ma deve intendersi nel senso dell’assicurazione e del godimento pieno dei diritti fondamentali. In realtà, la prerogativa pubblica della sicurezza corrisponde al bisogno di essere garantiti nell’esercizio di tutti i propri diritti: diritto alla vita, al libero sviluppo della personalità, diritti di espressione e di partecipazione, e così via. La crisi della gestione della sicurezza riflette un sistema della giustizia inefficace, causa di sentimenti diffusi di insicurezza. In realtà, l’intervento repressivo viene sempre più valorizzato come mera risorsa simbolica e rivela l’incapacità di garantire livelli soddisfacenti di sicurezza. Quindi, avanti con ‘leggi manifesto’, com’è ormai tradizione, tese unicamente alla valorizzazione di prospettive di mera deterrenza: e nulla di diverso con il ‘decreto Caivano’.

Il termine sicurezza non viene, per lo più, declinato in un’accezione molto significativa: garantire la sicurezza di accesso ai propri diritti. È naturalmente doverosa la tutela della sicurezza rispetto a chi aggredisce; ma è altrettanto doverosa la tutela della sicurezza rispetto a chi, da posizione estrema, ai margini, dev’essere posto nella condizione di non essere esposto al rischio di reati. E, invece, devianza minorile da trattare con il carcere come prima ratio, anche in via cautelare e per reati di lieve entità, ‘daspo’ a 14 anni e carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola: senza interrogarsi minimamente sulle ragioni, profonde ed evidenti, dell’evasione scolastica, da individuarsi nel disagio socio-economico, enorme, delle famiglie, nella mancanza di prospettive esistenziali edificanti per i ragazzi, da un lato, e nelle gravi carenze delle istituzioni scolastiche e non, fatte salve le debite, eroiche eccezioni. Anziché affrontare decisamente i problemi con gli strumenti della solidarietà e dei diritti da realizzare, lo Stato si affida ad un meritorio volontariato che, al di là di pur significativi successi, non può essere in grado di risolvere radicalmente i problemi.

In effetti, dal punto di vista giuridico, ma anche psicologico, sicuri dovrebbero essere innanzitutto i soggetti titolari di diritti fondamentali, in particolare di quelli universali, che spettano non solamente alle persone fisiche fornite di cittadinanza dello Stato in cui si trovano, ma a tutte quelle che si trovano nel territorio di uno Stato civile. La verità è che un numero enorme dei titolari dei diritti e la maggior parte dei tantissimi territori a rischio sono esclusi dalla sicurezza.

Una volta che ci si è dimenticati di garantire la sicurezza dei diritti di un certo numero di soggetti vulnerabili appartenenti a gruppi marginali o ‘pericolosi’ – poveri, disoccupati, tossicodipendenti, stranieri – le persone vulnerabili e senza alcun potere, che soffrono lesioni dei loro diritti umani, sociali ed economici, vengono considerate solo quali potenziali aggressori dei diritti dei soggetti socialmente protetti. Una vera sicurezza per tutti potrà aversi allora attraverso un’effettiva applicazione della Costituzione, che sola può realizzare effettivamente il diffondersi di una cultura della legalità. Se questa strada non è intrapresa, se sale il livello della disuguaglianza e della violenza strutturale nella società, non vi saranno le condizioni sufficienti per l’esistenza di un diritto delle garanzie, ma solo per un modello giuridico autoritario ed emergenziale, qual è quello che si sta affermando.

Si tratta di un modello pseudo-efficientistico, che si rifiuta apprendere e, invece di cercare soluzioni realmente efficaci, aumenta solo la risposta repressiva a detrimento della legalità costituzionale e della stessa sicurezza. E questa sembra essere la sicurezza di destra.

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